Con la Legge di Stabilità 2016 è stato istituito il Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Una parte del Fondo (denominata Quota Servizi Fondo Povertà - QSFP) è destinata a garantire il graduale raggiungimento di livelli essenziali delle prestazioni riferiti ai servizi erogati dai Comuni per l'attuazione del Reddito di cittadinanza: il segretariato sociale, il servizio sociale professionale per la presa in carico e per la progettazione del Patto per l'inclusione sociale, gli interventi e sostegni previsti nei Patti.
Il
Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà, approvato il 10 maggio 2018 dalla Conferenza Unificata insieme al
decreto di riparto, costituisce l'atto di programmazione nazionale delle risorse afferenti alla Quota Servizi del Fondo Povertà per il triennio 2018-2020 e individua, nel limite di tali risorse, lo sviluppo degli interventi e dei servizi necessari per l'attuazione dei livelli essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale. L'ottica è quella di accompagnare la famiglia in tutto il percorso nei servizi, fino all'affrancamento dalla condizione di povertà.
Il Piano si concentra in particolare su 3 punti:
1. il Segretariato sociale
2. il Servizio sociale professionale
3. i Sostegni da prevedere nei progetti personalizzati
Rispetto al terzo punto, un obiettivo specifico del Piano è l’attivazione di un percorso di sostegno alla genitorialità ogni qual volta si presenti una situazione di bisogno complesso e nel nucleo sia presente un bambino o una bambina nei primi mille giorni della sua vita. In quest’ambito si sviluppa la
Ricerca RdC 0-3 del Laboratorio di Ricerca e Intervento di Educazione Familiare dell'Università di Padova finanziata a valere sulle risorse del
PON Inclusione FSE 2014-2020.
Tenuto conto delle indicazioni contenute nel Piano nazionale, le Regioni hanno definito gli specifici rafforzamenti del sistema di interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà finanziabili a valere sulla quota del Fondo. I Piani regionali disciplinano anche le forme di collaborazione e cooperazione tra i servizi che permettono di progettare unitariamente, di lavorare sulle diverse dimensioni del benessere dei beneficiari, di fare regia sul territorio, rafforzando il lavoro di rete.