Partire da “Industria 4.0”, con attenzione alle piccole e medie imprese

28 Set 2018

Dichiarazione del Sottosegretario Claudio Cominardi

Partire da “Industria 4.0”, ma con un occhio di riguardo alle piccole e medie imprese. Investire sulle nuove tecnologie per raggiungere gli obiettivi strategici per il Paese: difesa del Made in Italy, lotta alla corruzione, potenziamento delle politiche attive, in previsione, incremento della produttività e contestualmente riduzione dell’orario di lavoro.

Questo il messaggio lanciato oggi a Roma dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Cominardi durante il convegno “Dagli elettroni ai bit”, evento organizzato da “Elettricità futura”, “Utilitalia” e “Anev” per parlare delle trasformazioni del lavoro nel settore elettrico. Al convegno ha preso parte anche Davide Casaleggio.

Chiamato a formulare le conclusioni, Cominardi ha sintetizzato alcuni degli obiettivi che il Governo del Cambiamento desidera ottenere investendo in sviluppo tecnologico.

“‘Industria 4.0’ è un punto di partenza importante. Il Governo non intende cestinarlo, ma vogliamo dare ulteriore attenzione alle Piccole e Medie imprese, che costituiscono il vero tessuto produttivo del Paese e che fanno più fatica a investire e innovare”.

“Il Ministro Luigi Di Maio ha appena aderito alla partnership europea per la Blockchain, che attraverso la tracciabilità dei dati offre grandi potenzialità per la difesa e la valorizzazione del Made in Italy, terzo brand più famoso al mondo”, ha ricordato Cominardi, ribadendo il ruolo delle politiche attive e della formazione: “La Blockchain è determinante anche per le politiche attive del lavoro, soprattutto in vista del reddito di cittadinanza. Avere una mappatura verificata, corretta e aggiornata delle competenze nel nostro Paese di ogni persona in cerca di occupazione è fondamentale”.

Secondo Cominardi l’innovazione tecnologica potrà contribuire ad arrestare la fuga dei giovani (“Il nostro Paese è uno dei primi in Europa per immigrazione giovanile”) e a combattere la corruzione (“L’indice di digitalizzazione del Paese è inversamente proporzionale all’indice di corruzione: sappiamo bene quanto sia importante per l’Italia intervenire in questo ambito”), ma anche a ridurre il numero di ore lavorate (“l’innovazione ci offre la possibilità di produrre più beni e servizi, con maggiore qualità e velocità: il tutto impiegando meno ore di lavoro”).