Welfare inclusivo, indietro non si torna

"Ddl Povertà e Sostegno per l'Inclusione Attiva - Opportunità per costruire il Welfare dell'Inclusione Sociale?" è il titolo del convegno organizzato dalla CISL che si è svolto oggi, a Roma, presso l'Auditorium di Via Rieti.

A confrontarsi sul tema oggetto dell'incontro il Segretario generale CISL, Annamaria Furlan, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il segretario confederale CISL, Maurizio Bernava, il Vice Presidente della Commissione  Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, Nunzia Catalfo del M5S,  il capogruppo PD Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, Annamaria Parente, il direttore della Caritas, Francesco Soddu, il Delegato ANCI per Welfare e Politiche Sociali, Luca Vecchi e il Professore dell'Università di Trento, Cristiano Gori.

L'incontro è stato il primo di una serie di iniziative programmate dall'organizzazione sindacale per stimolare il confronto tra i diversi attori istituzionali e della società civile su alcune priorità sociali, al fine di favorire l'elaborazione di risposte condivise.

Sul tappeto dell'evento il Ddl Povertà, in corso di approvazione al Parlamento, rispetto al quale l'auspicio della CISL è che si colga quest'occasione per fare un salto di qualità e stringere un nuovo patto sociale volto ad una profonda riforma del sistema di welfare del nostro Paese. Per il Segretario nazionale CISL, Annamaria Furlan, "è necessario evitare inutili scontri su un tema come il sociale e mettere al centro la dignità delle persone, puntando su crescita, lavoro, politiche per l'inclusione e rafforzamento del sistema scolastico".

Un approccio condiviso dal ministro Poletti, che ha individuato nella cultura dell'inclusione, nella razionalizzazione degli strumenti e nell'universalità delle prestazioni, gli ingredienti necessari a costruire un sistema di welfare moderno ed efficace, capace di rispondere alle nuove sfide imposte dalle trasformazioni della nostra società.

"È importante costruire una nuova cultura dell'inclusione" - ha detto il Ministro - "Le leggi aiutano, ma non bastano: nel nostro ordinamento abbiamo già buone norme se non riusciamo a cambiare il quadro come sarebbe necessario è anche perché spesso mancano senso di responsabilità e cultura" - ha spiegato Poletti. "Allo stesso tempo – ha aggiunto - dobbiamo mettere ordine in un sistema nel quale competenze e strumenti sono spesso articolati in modo confuso e inefficiente.

Il ministro Poletti ha poi sottolineato come oggi si sia intrapresa una buona strada ponendo in campo, per la prima volta nel nostro Paese, un piano di intervento integrato capace di mettere a sistema i diversi attori e strumenti dedicati ai cittadini più bisognosi. Un sistema volto a superare la serie di misure frammentarie e scoordinate, attraverso un quadro d'intervento unitario fondato su una misura universale finalizzata a sostenere l'attivazione dei cittadini su percorsi personalizzati di emersione dallo stato di bisogno: una misura ponte, anticipazione del reddito di inclusione che sarà operativo a partire dal 2017.

In questa direzione vanno i finanziamenti stanziati, come i 500 milioni destinati al rafforzamento delle strutture, che si aggiungono ai 750 destinati alle persone bisognose. Risorse che, con il miliardo previsto per il 2017, diventano strutturali, a dimostrazione che si tratta di una scelta politica precisa e irreversibile che - secondo il Ministro - vuole andare oltre la logica dell'intervento sperimentale.

"Un giorno – ha concluso Poletti - mi piacerebbe vedere che, a fianco della protezione civile, abbiamo costruito la protezione sociale".