Relazione INPS 2015, Poletti: “Non si può far camminare in parallelo austerity e politiche sociali”

Poletti inps

​Non ci sono dubbi sul fatto che il 2015 sia stato un anno positivo per il mercato del lavoro dei giovani. Il numero di assunzioni con contratti a tempo indeterminato - un milione e mezzo in più, rispetto al 2014 - ha superato di gran lunga quelle a tempo determinato. Per i giovani con meno di 30 anni, grazie alle politiche attive attuate dal Governo, la percentuale di questa forma contrattuale tocca il 76%.

Sono queste alcune delle cifre che emergono dalla XV Relazione Annuale dell'Istituto, pubblicata dall'INPS e presentata oggi dal Presidente Tito Boeri presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.

La Relazione, come consuetudine, pone particolare attenzione al cambiamento del mercato del lavoro, alle coperture di protezione sociale che assicurano il nostro sistema e agli effetti delle riforme sulle materie di pertinenza dell'Istituto. 

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, intervenuto alla presentazione del rapporto, ha confermato l'importanza del collegamento e della linearità tra le politiche sociali e quelle economiche e del lavoro. "In queste settimane -  ha posto in rilievo il Ministro - la questione sociale è diventata un tema di grande discussione in molte sedi, a cominciare da quella europea. Credo sia un bene, abbiamo un grande bisogno di un'Europa sociale, ma l'Europa deve cambiare politica economica. Non si può far camminare in parallelo austerity e politiche sociali".

Il documento dell'INPS dedica ampio spazio anche agli anziani non più autosufficienti e alla cosiddetta "generazione sandwich" (quella che va dai 50 ai 65 anni), la generazione che rischia di rimanere schiacciata dal peso degli affetti, da una parte i genitori anziani e dall'altra i figli a carico, senza lavoro.

Su tale argomento, il Presidente Boeri ha espresso la disponibilità dell'INPS a offrire la propria infrastruttura di servizio per raggiungere tutti e aiutare i più poveri.

A questo riguardo, il Ministro Poletti, ricordando che nell'ultima legge di stabilità è stato previsto un fondo strutturale per la lotta alla povertà ed all'esclusione sociale e che il Parlamento sta esaminando un​ disegno di legge delega in materia, ha sottolineato che l'impostazione che si adotterà in futuro sarà quella di affiancare al sostegno al reddito una politica di presa in carico delle persone per aiutarle ad uscire dalla loro condizione di difficoltà. La povertà è un fenomeno molto grande e per questo motivo, ha affermato, "abbiamo bisogno che si prendano rapidamente delle decisioni e si inizino a dare delle risposte, anche se non risolutive".

Sull'analisi del mercato del lavoro, Boeri ha riconosciuto che il Jobs Act ha inciso sulle stabilizzazioni dei contratti nelle imprese, soprattutto quelle tra 15 e 19 dipendenti, e che l'aumento dell'occupazione è stato generato in special modo dagli incentivi sulla decontribuzione.

Anche il Ministro Poletti ha ricordato i buoni risultati raggiunti con il Jobs Act e grazie alle politiche attive realizzate dal Ministero del lavoro.  D'altronde, ha aggiunto che ci vorrà del tempo per la valutazione: "C'è ancora molto lavoro da fare ma quello che stiamo facendo sta già producendo risultati".

Infine, riferendosi al tema della possibilità di consentire alle persone di andare in pensione prima della maturazione dei requisiti anagrafici, Poletti ha concluso: "Se avremo delle risorse da distribuire sul versante pensioni, le metteremo tutte sui cittadini più disagiati, a cominciare dai disoccupati. Se avrò un euro non lo metterò su chi può scegliere, ma su chi non può farlo perché è difficile pensare di attivare politiche attive a 64 anni".

 

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