Attività ispettiva di contrasto al lavoro nero

La Direzione Territoriale del Lavoro di Prato comunica che dal 24 al 28 ottobre si sono svolte attività straordinarie, quali interventi ispettivi, in coordinamento con il servizio di vigilanza del medesimo ufficio.

Tali accessi, eseguiti in diversi orari della giornata (mattutini, pomeridiani e serali/notturni) hanno visto la partecipazione attiva di un nucleo composto da 4 militari del Comando Tutela del Lavoro di Roma, coadiuvati dal comando NIL della DTL di Prato e assistiti sul territorio da dispositivi organizzati con il fondamentale ausilio e supporto del Comando Provinciale dei Carabinieri di Prato.

Tale attività - nello specifico rivolta ad imprese manifatturiere e commerciali (confezioni, maglifici, stirerie, stamperie, tessiture, pelletterie, materassifici, pronto moda), a conduzione di cittadini provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese - si è esplicata con particolare riguardo oltre che nel Comune di Prato soprattutto sul territorio di alcuni Comuni della Provincia: Carmignano, Poggio a Caiano e Montemurlo.

Le indicazioni ricevute dai dati estrapolati dall'attività ispettiva svolta hanno rivelato che, su18 imprese ispezionate, 14 non erano a norma con conseguente sospensione delle attività.
Sono stati, inoltre, identificati e controllati 115 lavoratori: 58 sono risultati lavoratori in nero; di questi, 9 sono stati trovati senza permesso di soggiorno e quindi identificati come clandestini. I titolari delle Aziende dove operavano questi ultimi lavoratori sono stati denunciati penalmente.

A causa delle mancate autorizzazioni per le installazioni delle apparecchiature di videosorveglianza, sono state elevate ammende nei confronti di 4 delle 18 aziende controllate e sono in corso di quantificazione il totale di quelle relative agli altri aspetti giuslavoristici non rispettati.

L'attività in questione ha permesso, inoltre, di confermare un trend sviluppatosi negli ultimi mesi per il quale vengono impiegati, presso queste aziende di proprietà di cinesi, e con sempre maggiore frequenza, anche lavoratori di altre etnie come pakistani, cingalesi, senegalesi e italiani.

In particolare, in questa ondata di ispezioni, sono stati rinvenuti lavoratori pakistani e cingalesi nonché, in due casi, anche lavoratori italiani specializzati, amministrativi e tecnici.

È possibile quindi affermare che questi interventi hanno prodotto risultati di assoluta rilevanza, per quantità e qualità di azione repressiva, nei confronti della vivace e operosa realtà imprenditoriale cinese del distretto allargato.