Distretto tessile pratese, esiti rilevanti per l'attività ispettiva svolta nelle ore notturne

​La Direzione Territoriale del Lavoro di Prato comunica che, nella notte tra il 10 e 11 novembre uu.ss., si è svolto un importante "servizio mirato", in modalità interforze, di contrasto al lavoro nero e clandestino presso aziende del distretto tessile pratese, a conduzione cinese.

All'attività ispettiva notturna hanno partecipato uomini della Polizia Municipale, della Guardia di Finanza, di INPS, INAIL, assiema a Ispettori dellaDTL di Prato e militari del NIL dell'Arma dei Carabinieri. Sono state ispezionate tre attività imprenditoriali: un'azienda di confezioni, una di logistica e trasporti e una società cooperativa operante per l'impresa di logistica svolgente, a sua volta, attività di deposito conto terzi. Tutte le imprese, compresa quindi la cooperativa di trasporti, sono state immediatamente sospese dalla Direzione Territoriale del Lavoro per la rilevante presenza di lavoratori al nero trovati in attività, tra i quali anche lavoratori clandestini.

In particolare, nella prima azienda di produzione tessile sono stati rinvenuti 14 lavoratori di cui 7 al nero e, tra essi, 5 clandestini oltre a un richiedente asilo assumibile, dotato di regolare permesso di soggiorno. La Guardia di Finanza ha eseguito, pertanto, un arresto nei confronti del titolare dell'azienda per utilizzazione e sfruttamento di manodopera clandestina e favoreggiamento alla permanenza illecita dei lavoratori nel territorio italiano.

Nella seconda attività di trasporti e logistica sono stati identificati 14 lavoratori tutti facenti capo direttamente all'azienda e tra essi rinvenuti 6 al nero e un clandestino, un lavoratore richiedente asilo e assumibile, ulteriori 3 lavoratori autonomi, nonché per la società cooperativa altri 4 lavoratori dipendenti della stessa con sede legale in Roma. Sono state anche elevate rilevanti sanzioni amministrative per aspetti e illeciti giuslavoristici che sono in via di definizione da parte degli uffici competenti.

Riguardo i due lavoratori richiedenti asilo, identificati nelle aziende, essi erano regolarmente occupabili: uno di nazionalità del Gambia e l'altro del Pakistan. È doveroso sottoilineare che il fenomeno dei soggetti richiedenti asilo, ancorché assumibili ai sensi dell'art.22 del d.lgs. 142/2015,  si manifesta sempre più frequentemente e in maniera crescente agli Ispettori del Lavoro, nello svolgimento delle loro attività, per quanto riguarda l'utilizzazione di manodopera, non in regola, presso aziende a conduzione cinese.