L'attività agricola è, da sempre, una di quelle a maggior rischio di infortunio e di utilizzo di manodopera in nero pur in un quadro di tendenziale riduzione dei valori assoluti. A ciò deve aggiungersi il fenomeno del "caporalato" correlato allo sfruttamento della manodopera per lo più usata nella raccolta della frutta e della verdura nell'intero territorio nazionale.
Ciò è anche dovuto al fatto che non è sempre "facile" controllare il settore agricolo, molto spesso composto da una infinità di aziende con piccole e piccolissime estensioni poderali ed anche da società "senza terra" che forniscono, quasi sempre in modo illecito, manodopera a basso costo per varie attività agricole in particolare quelle connesse con la raccolta dei prodotti, in particolare frutta, ortaggi e verdura.
Associare le colture ai fondi agricoli è sempre stato un grosso problema al pari della individuazione della manodopera utilizzata per le varie operazioni agrarie. La banca dati INPS per il comparto agricolo, VIG-AGRI, contiene dati che sono risultati inadeguati a mettere in relazione in modo puntuale i fondi agricoli con le singole coltivazioni. Infatti, a titolo esemplificativo, vengono esposti solo i dati catastali (foglio e particella) ed il Comune di ubicazione e non anche gli indirizzi dei singoli fondi.
Fino ad oggi per programmare la vigilanza nel settore agricolo ci si è basati sia su comunicazioni dettagliate e richieste di intervento che segnalavano manodopera in nero nei campi e sia vigilanza a vista che in alcuni casi ha dato buoni frutti.
Queste tecniche però in una provincia come Rovigo ad alta vocazione agricola e molto estesa sono risultate il più delle volte infruttuose. Ci si è pertanto posti il problema di come rendere efficace la vigilanza nel settore agricolo e su come organizzare al meglio l'attività di intelligence, di pianificazione e di svolgimento degli accessi ispettivi. E soprattutto chi è l'Ente che dispone e può fornire i dati necessari. Ed ancora, quali sono le coltivazioni presenti in provincia di Rovigo ed i periodi di raccolta.
L'approfondimento della questione ha messo in evidenza che l'Ente che dispone di tutti i dati necessari è, per il Veneto, l'Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) un ente strumentale, di diritto pubblico, istituito dalla Regione Veneto per svolgere le funzioni di organismo pagatore regionale (OPR) degli aiuti, dei premi e dei contributi nel settore agricolo. Dal 2011 ha incorporato le strutture e le funzioni degli ex Ispettorati regionali dell'agricoltura, divenendo il punto di riferimento a livello regionale per l'erogazione di servizi pubblici dedicati al mondo agricolo.
All'Avepa, con la necessaria premessa che i dati sono indispensabili per una efficace e mirata programmazione e svolgimento dell'attività di vigilanza in tale settore, si è pertanto richiesto di fornire, per le aziende agricole con superfici ubicate in provincia di Rovigo, (1) dati anagrafici e sede legale, (2) dati catastali delle superfici condotte e la descrizione delle colture praticate nel 2016 (e, se tali dati non fossero ancora disponibili, quelli del 2015) con riguardo anche alle eventuali colture successive a quelle di primo grado.
Poi si è predisposto un elenco con tutte le coltivazioni presenti nella provincia di Rovigo ed i relativi periodi di raccolta mettendo in evidenza quelle che necessitano di maggiore apporto di manodopera. Per quest'ultima fattispecie si è fatto riferimento alla Delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 2113 del 7.12.2013.
Si è quindi costruita una tabella con i prodotti, il periodo di raccolta e l'apporto di manodopera. Il quadro che è uscito (a titolo esemplificativo limitato ad alcune produzioni) è il seguente:
Prodotto
Periodo di raccolta
Apporto di manodopera per ettaro
Ore di lavoro/Ha
piselli, fagioli e piante oleifere
giugno - agosto
78Risosettembre - ottobre90Pomodoroluglio - settembre1.300Fragolemaggio – luglio2.000Asparagoaprile - maggio750Radicchio di Lusiasettembre - gennaio850Aglio (raccolta manuale)giugno - luglio750Zuccanovembre400
Nel contempo, si è preso contatto con il Corpo Forestale dello Stato che dispone della cartografia digitale dell'intero territorio provinciale.
Infine si è costituito un team misto (ispettori ed amministrativi) per effettuare una ricognizione estesa all'intera provincia, delle colture praticate associandole ai singoli fondi agricoli e del fabbisogno stimato di manodopera e dell'effettivo utilizzo. In presenza di evidenti scostamenti il team provvede a segnalare l'azienda all'area ispettiva per gli accertamenti di competenza da svolgere normalmente in congiunta con il Corpo Forestale dello Stato e, nel caso anche con INPS e Guardia di Finanza.
L'obiettivo è quello di presidiare il settore agricolo rodigino per l'intero 2016 sottoponendo ad ispezione almeno un centinaio di aziende agricole ed individuare e, nel caso, scardinare quei fenomeni, quali il caporalato, ad alta pericolosità sociale, frutto di un mix fatto di personaggi senza scrupoli, aziende compiacenti e lavoratori scarsamente informati in merito alle tutele che la legge e la contrattazione collettiva pongono a presidio dei loro diritti.
