
Si è svolto questa mattina, a Roma, il convegno #ATTIVA il LAVORO, organizzato dalla UIL per fare il punto sulle strategie poste in atto dal Governo con il Jobs Act, sul fronte delle politiche attive per il lavoro, e sulle nuove sfide che attendono il nostro Paese.
Presenti all'evento: il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, il Segretario generale UIL, Carmelo Barbagallo; il Segretario Conferederale UIL, Guglielmo Loy; il Presidente dell'Anpal, Maurizio del Conte, la Coordinatrice della Commissione istruzione, lavoro, innovazione e ricerca della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco, ed altri numerosi rappresentanti delle OO.SS..
Al centro del dibattito, i cambiamenti del mondo del lavoro, che, secondo il Segretario generale UIL, Camelo Barbagallo, e il Segretario Confederale, Guglielmo Loy, potranno rappresentare un'opportunità per il nostro Paese, se sapremo investire di più nelle politiche attive e nella rete dei servizi, a cominciare dalla stabilizzazione e riqualificazione del personale impegnato per l'erogazione dei servizi all'utenza.
"Il cantiere è stato aperto ed ha prodotto importanti risultati - ha dichiarato il Ministro Poletti nel suo intervento. "La strada che abbiamo intrapreso può essere migliorata, ma restiamo convinti che rappresenti la soluzione giusta per il nostro Paese". In questo quadro, Poletti ha sottolineato quanto sia importante la relazione tra le politiche che si intendono portare avanti e gli strumenti che si mettono in campo per realizzarle. "In passato – ha spiegato il Ministro - abbiamo fatto riforme con cui ci si è limitati a cambiare le insegne fuori delle porte, come nella trasformazione degli uffici di collocamento in centri per l'impiego: uffici che erano sostanzialmente delle semplici anagrafi dei disoccupati. Noi abbiamo cambiato rotta. Non tutti erano d'accordo, ma con la nostra riforma abbiamo affermato che i CPI debbono essere considerati come parte integrante dei livelli essenziali delle prestazioni. Ora dobbiamo metterli in condizione di essere all'altezza dei compiti che gli abbiamo affidato".
Due aspetti, quelli dell'infrastrutturazione e della messa a regime della rete, cruciali anche per il Presidente dell'Anpal, MaurizioDel Conte: "Il Jobs Act ha ridisegnato la governance del sistema per garantire un'ottimale gestione delle risorse, puntando a valorizzare l'apporto di tutti i tasselli che ne fanno parte. E' per questo che, dopo l'esito del referendum, l'attenzione è concentrata sui CPI, che restano più deboli. Il passaggio alle regioni – ha detto il Presidente - si sta avviando verso una soluzione. Dal lato Anpal, invece, si sta avviando un confronto con i sindacati per trovare una soluzione ai precari: non per dare un posto di lavoro stabile a chi non ce l'ha, ma per dare stabilità al funzionamento delle strutture."
Del Conte ha quindi concluso osservando come si stia procedendo in pieno accordo con le Regioni, nel rispetto di una riforma che punta proprio a potenziare e sfruttare la collaborazione tra i vari soggetti in campo. "ANPAL ha definito un percorso – ha detto il Presidente - La strada è lunga, gli obiettivi ambiziosi. È chiaro che dovremo procedere per gradi, facendo ogni sforzo per ottimizzare la collaborazione con le regioni. In questo senso, il concetto di rete non è inteso solo in senso metaforico, ma diventa un vero contesto operazionale.
Il Ministro Poletti si è poi soffermato sulle sfide che il mercato del lavoro dovrà affrontare nel prossimo futuro: "Quando parliamo di automazione, innovazione e cambiamento del lavoro, qualcuno pensa subito alla "top ten" delle professioni del futuro, dimenticando che nel nostro paese ci sono milioni di operai, metalmeccanici, agricoltori, artigiani. Per tutti questi lavoratori, non è pensabile ripartire da zero: sono la tecnologia e l'innovazione che devono entrare nei mestieri, adattandosi alle loro esigenze lavorative".
Il Ministro ha quindi concluso osservando quanto sia importante essere capaci di affrontare i problemi prima che si manifestino, in modo da anticipare le crisi. "Siamo in una fase di passaggio, una transizione che dobbiamo governare usando le politiche attive nel modo più efficace possibile per prevenirne gli effetti ed evitare che le persone ne debbano sopportare le conseguenze negative, anche se transitorie".
