Una panchina rossa nel cuore del Ministero

Panchina Rossa MLPS

Nel cortile interno della sede di Via Flavia, recentemente risistemato con un ampio lavoro di rifacimento di strutture e arredi, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è stata installata una panchina rossa. Non è un semplice arredo, ma un simbolo universale contro la violenza sulle donne, nato per connotare uno spazio quotidiano come luogo dove si fa memoria e si promuove la responsabilità condivisa nel contrasto alla violenza contro le donne.

Ogni panchina rossa racconta una storia che non deve ripetersi: è il segno visibile di un impegno, che è ricordare le vittime, denunciare il silenzio, promuovere il rispetto. Collocarla nel cuore del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali significa portare questo messaggio là dove si costruiscono politiche per le persone, dove si lavora per l’inclusione e la dignità. Il lavoro come strumento di libertà, di autodeterminazione, di identità personale che collabora alla creazione del tessuto sociale del Paese.

La violenza infatti non è solo fisica: limitare l’autonomia economico-finanziaria di una donna significa renderla vulnerabile, impedirle di scegliere e ostacolare la sua possibilità di uscire da situazioni di abuso, di prendersi cura di sè e degli eventuali figli. Per questo il lavoro è la prima forma di emancipazione: garantire opportunità, formazione e accesso al mercato significa offrire protezione e futuro.

Il 25 novembre è un richiamo all’azione e a superare l’indifferenza. Con questa iniziativa, il Ministero ribadisce che la lotta alla violenza di genere passa anche attraverso politiche attive per il lavoro e la parità economica. Perché non c’è sviluppo senza sicurezza, non c’è progresso senza rispetto.

La panchina rossa sarà lì, ogni giorno, a ricordare che dietro ogni numero c’è una vita e che il cambiamento comincia da gesti concreti come da simboli che parlano a tutti.

"Troppe volte la violenza si radica nella dipendenza economica: nell’impossibilità di scegliere. Di aprire la porta e andarsene o chiuderla in faccia ai violenti e ricostruirsi una vita. La violenza comincia, spesso, con la volontà di dominio da un lato e la dipendenza o l’assenza di alternative dall’altro - ha affermato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone - e per questo come Ministero del Lavoro abbiamo scelto di agire proprio lì dove la vulnerabilità diventa ricatto, nella mancanza di autonomia. Oggi 2672 donne che sono incluse in percorsi di protezione, perché vittime di violenza di genere stanno ricevendo l’Assegno di inclusione ADI. Accanto a loro ci sono 2885 minori tutelati, che hanno diritto a crescere lontani dalla paura". E ha continuato: "Il lavoro non è la risposta a tutto. Ma è uno dei confini più chiari tra dipendenza e libertà. Per questo continueremo a investire, a rafforzare i progetti di autonomia, a rendere più efficace ogni strumento capace di offrire opportunità per ricominciare".