Presidenza del Comitato di Monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo sull'Economia Sociale e Solidale in Europa

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Quest’anno l’Italia - con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando - presiede il Comitato di Monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo sull'Economia Sociale e Solidale in Europa.

La Dichiarazione di Lussemburgo firmata nel 2015 da Lussemburgo, Francia, Italia, Spagna, Repubblica slovacca e Slovenia riconosce nell’economia sociale una potente leva per la creazione di posti di lavoro e per l'innovazione sociale e rappresenta un impegno assunto dai Paesi firmatari a valorizzare l'economia sociale come pilastro per economie forti, inclusive e resilienti.

Nel corso degli anni, un ruolo sempre più importante verso questa direzione è stato svolto dal Comitato di monitoraggio dei seguiti della Dichiarazione di Lussemburgo, che si è costantemente impegnato nei confronti degli Stati Membri dell’UE per condurli verso una comune consapevolezza ed un riconoscimento condiviso in merito alla importanza dell’economia sociale, seppure in maniera rispettosa della sua diversità all’interno dei singoli Stati e dare così seguito e continuità agli accordi stipulati nella Dichiarazione di Lussemburgo.

Promosse dai firmatari del Comitato stesso sono state successivamente redatte altre dichiarazioni per evidenziare il modo in cui operano le imprese dell'economia sociale ed esortare i governi e le istituzioni europee a riconoscerle e sostenerle: Bratislava 2016, Madrid e Lubiana 2017, Parigi e Madrid 2019, Toledo 2020, Cascais 2021.

Attualmente, 20 Stati, firmatari delle dichiarazioni che si sono succedute sono membri del Comitato (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia).

Grazie alle attività svolte dal Comitato di Monitoraggio e dai Paesi che ne fanno parte, per il pieno riconoscimento dell’economia sociale, si è giunti all'adozione, da parte della Commissione europea, del Piano d’Azione per l’economia sociale, lo scorso 9 dicembre 2021 (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Creare un'economia al servizio delle persone: un piano d'azione per l'economia sociale – Com 2021/ 373 final).

La Presidenza italiana  di quest’anno del Comitato di Lussemburgo intende promuovere una serie di priorità e azioni, facendo del Comitato stesso un foro ideale per dare sostegno e slancio programmatico all’economia sociale e al Piano d’Azione della Commissione, anche in vista della proposta di Raccomandazione del Consiglio, attesa per il 2023.

Gli elementi caratterizzanti la Presidenza italiana del Comitato individuano specifiche priorità che si sviluppano a partire dalla centralità della persona (Primacy of people) e dal coinvolgimento dei protagonisti dell’economia sociale nelle scelte collettive.

Il primato della persona è un principio cruciale che regola l'economia sociale in tutti i suoi aspetti e ne costituisce forza identitaria e propulsiva. Oggi è urgente il bisogno di giustizia socialecome strumento di pace e benessere. Dopo la pandemia, che ha dimostrato il fondamentale contributo dell’economia sociale nel fronteggiare la crisi sanitaria, sociale ed economica, ora anche il conflitto in Ucraina, che ha mobilitato tutte le organizzazioni dell’economia sociale per l’accoglienza dei profughi in fuga dimostra quanto sia fondamentale il ruolo del Terzo Settore per sostenere, accogliere e includere collettività e persone fragili e indifese.

Anche per questo, il coinvolgimento attivo dei protagonisti dell’economia sociale nella costruzione delle decisioni è centrale. Con l’adozione di una clausola sociale negli appalti pubblici (Public procurement), individuata in un Codice del 2017 specificamente dedicato all’economia sociale, l’Italia punta a tracciare una nuova via nei rapporti fra enti pubblici e Terzo Settore, attraverso la co-programmazione e la co-progettazione degli interventi e dei servizi. Tale metodo può essere adottato nell’alveo europeo, per permettere all’economia sociale di essere non solo motore inclusivo, ma anche grande patrimonio di competenze e di capacità di innovazione.

Un’attenzione particolare sarà dedicata alle potenzialità e capacità di trasformazione economica e sociale delle organizzazioni dell’economia sociale nelle transizioni verde e digitale e nelle azioni a sostegno delle città, dei piccoli centri e delle aree rurali. Sarà promossa inoltre una riflessione sull’opportunità di incoraggiare una rete di laboratori e osservatori attivi sul territorio, come strumento per la maturazione di reti a livello europeo e transnazionale. Sono tutte proposte di un programma di Presidenza italiana del Comitato molto impegnativo, che si concluderà a ottobre, con una riunione ministeriale, a Bologna, città che ha un ruolo importante nella storia dell’economia sociale italiana.

Su questi temi – ha dichiarato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, in qualità di Presidente del Comitato di Monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo - sta a noi trovare lo spirito per spingere nella direzione di quell’unione delle persone che è il modello che dobbiamo sempre avere nella mente e nel cuore”.


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