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Semestre italiano: "Il solo rigore non basta più, no alla trattativa fine a se stessa ma ridare valore al dialogo sociale e alle scelte condivise"
Dichiarazione del Sottosegretario Teresa Bellanova
"Alle soglie del semestre italiano di presidenza Ue, una nuova fase delle politiche europee deve aprirsi. Il rigore non ha portato tutti i frutti che ci saremmo aspettati. Anzi. Le spinte antieuropeiste ci hanno consentito di fare quadrato attorno all'idea originaria di Europa come luogo e fonte di sviluppo economico, umano e sociale per i Paesi che ne fanno parte. E sono comunque il sintomo che di solo rigore si può anche morire". Così Teresa Bellanova, sottosegretario al Lavoro, intervenendo questa mattina a Roma al seminario europeo dell'Associazione Bruno Trentin, <<La crisi attuale in Europa scuote profondamente le relazioni industriali. Quali soluzioni e quale ruolo degli attori sociali per uscirne>>.
"E' stato lo stesso presidente Renzi a sottolineare più volte che la politica basata solo sull'austerity e non sullo sviluppo ha mostrato il proprio limite. Aggiungo che, nell'urgenza di fronteggiare la recessione e l'impoverimento generale dei tessuti produttivi, il rapporto con le parti sociali è stato considerato – soprattutto da parte di governi nazionali spesso di un segno ben preciso – un ingombro, un passaggio che rallenta la decisione e l'iniziativa. Ma è stato lo stesso Parlamento europeo nell'analisi annuale sulla crescita 2014, a chiedere il rafforzamento del ruolo delle parti sociali nel nuovo processo di governance economica. Credo che il patrimonio rappresentato dai corpi intermedi, associazioni e sindacati, e dal confronto con essi, sia irrinunciabile.
Saremo attenti, dobbiamo esserlo, a uscire dalle pastoie della trattativa fine a se stessa, dovremo risparmiare e razionalizzare come si fa ormai in tutti gli ambiti della vita, economica e politica. Ma dovremo anche tornare al valore del dialogo e delle scelte condivise, come unici strumenti in grado di governare le tensioni e i conflitti, come insegna proprio la lezione europea, poiché solo negli Stati membri in cui si è più sviluppata la collaborazione tra parti sociali e istituzioni la crisi è stata meglio gestita".
Roma, 20 giugno 2014
