Infortuni sul lavoro

22 Giu 2016

Infortuni sul lavoro

Dichiarazione del Sottosegretario Cassano

Le denunce di infortuni sul lavoro sono in calo: nel 2015 sono state 637 mila, il 4% per cento in meno rispetto all'anno precedente, il 22% in meno sul 2011. Ma di queste 1.246 hanno riguardato casi di morte: 94 in più rispetto al 2014. Ed è in continua ascesa il trend delle malattie professionali: 59 mila, 1.500 in più rispetto all'anno scorso. Sono i dati del rapporto INAIL 2015: un quadro da cui è però escluso tutto il "sommerso".

Delle 637 mila denunce per infortunio presentate all'INAIL nel 2015 quelli riconosciuti come avvenuti sul luogo di lavoro sono stati 416 mila (meno 6,6% rispetto al 2014), di cui il 18,8 fuori dall'azienda, ovvero mentre i lavoratori si stavano spostando.  A carico di tali incidenti sono stati messi in conto, da parte dell'INAIL, 11 milioni di giornate di inabilità.  Le denunce per infortuni mortali, sempre secondo i dati del rapporto sono risultate però 1.246, contro le 1.152 del 2014. Quelle già accertate come avvenute per motivi attinenti al lavoro sono 694 (nel 55% dei casi fuori dallo stabilimento), mentre 26 sono le istruttorie ancora in corso.

Le denunce di malattie professionali sono aumentate del 24% a partire dal 2011, dietro questo boom c'è soprattutto il caso delle patologie osteomuscolari, fra le quali il generico mal di schiena riconosciuto fra gli acciacchi professionali dal 2008.  Questa tipologia è di gran lunga la più diffusa fra i 44 mila italiani che dichiarano di essersi ammalati sul luogo di lavoro (riguarda il 63 per cento dei casi), al secondo posto le malattie del sistema nervoso (15 per cento).

Controlli e irregolarità. Nel 2015 gli ispettori INAIL hanno visitato 21 mila aziende, nell'87 per cento dei casi sono state riscontrate irregolarità: 61 mila lavoratori sono risultati non in regola, 6.562 totalmente in nero. L'istruttoria, precisa l'istituto, viene aperta su aziende considerate a rischio e ciò spiega l'alta percentuale delle imputazioni riscontrate.

L'INAIL sottolinea che non si entra nel merito delle tipologie contrattuali coinvolte e dell'aumento nell'utilizzo dei voucher. Per sbrogliare la matassa di dati non omogenei che arrivano dal mercato del lavoro, alla fine dello scorso anno è stato siglato un accordo di collaborazione fra Inps, INAIL, Istat e Ministero del Lavoro.

"I dati resi noti dall'INAIL indicano con certezza che se da un lato siamo sulla strada giusta nella lotta senza confine al dramma degli incidenti e infortuni sul lavoro, dall'altra parte non possiamo assolutamente abbassare la guardia e anzi diventa necessario proseguire con sempre più incidenza con azioni che ristabiliscano situazioni di sicurezza più che accettabili. Da qui assume rilevanza fondamentale la collaborazione, in tal senso, avviata da tempo con successo tra Ministero e INAIL allargando il raggio d'azione dei controlli, unificandoli, a tutte le Istituzioni coinvolte, puntando, tra azioni di repressione e di prevenzione ad un futuro, mi auguro prossimo, in cui il valore aggiunto del posto di lavoro sia totalmente estraneo a queste tragiche situazioni". E' quanto afferma in una nota il Sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano che ha le deleghe, tra l'altro, alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e alle politiche previdenziali e assicurative, con riferimento alla vigilanza sull'INAIL, sugli enti di previdenza, e sugli istituti di patronato.