Gli articoli apparsi oggi su due quotidiani nazionali relativi al presunto conflitto di interessi fra l'Ispettorato Nazionale del Lavoro e il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro - entrambi vigilati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - oltre ad essere privi di ogni fondamento, destano sicuramente stupore per la strumentalità e la superficialità con la quale hanno "raccontato" la sottoscrizione dei protocolli d'intesa in materia di ASSE.CO. e di Tutela della Legalità sottoscritti fra l'Ispettorato e il Consiglio nazionale. È sorprendente, poi, che i rispettivi quotidiani siano stati in grado di accertare che i testi in questione abbiano lasciato "stupefatti migliaia di ispettori", denotando una capacità di statisticare in pochissime ore i sentimenti di tante migliaia di dipendenti dell'Ispettorato. Eppure, occorre smentire le capacità statistiche e di monitoraggio delle testate in quanto i protocolli non introducono alcuna novità ma ribadiscono iniziative che ormai da tanti anni coinvolgono l'Ispettorato e l'Ordine dei consulenti del lavoro, con piena soddisfazione delle due Amministrazioni e del personale che vi opera.
Il protocollo ASSE.CO. è stato sottoscritto per la prima volta nel 2014 dal Ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Sono quindi quasi dieci anni che l'ASSE.CO. opera come strumento che conferisce il giusto risalto a realtà imprenditoriali di "qualità", che risultano costantemente regolari (sebbene l'ASSE.CO. abbia validità annuale il monitoraggio della stessa è quadrimestrale) e sulle quali accertamenti sono sempre possibili, non soltanto "a campione" ma ogniqualvolta vi sia una richiesta di intervento.
Il secondo protocollo ripercorre, pressocché ricopiandone i contenuti, precedenti accordi del 2009 contenuti in un protocollo sottoscritto dal Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro e dal Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e del 2018 con l'Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Si tratta di forme di collaborazione - già esistenti ormai da tanti anni e che lo stesso personale ispettivo ha potuto apprezzare - che hanno consentito di far emergere realtà imprenditoriali di assoluta problematicità (v. il caso M & G sul quale, in particolare una delle due testate giornalistiche, ha in più occasioni riportato notizia) e di contrastare con efficacia l'abusivismo nell'esercizio di attività professionali.
Da ultimo si rappresenta che il rinfresco successivo alla stipula dei protocolli non è stato pagato dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro bensì direttamente e personalmente dal Direttore Generale dell'Ispettorato.
